sabato 24 settembre 2016

alla moda (del dolore)

Tricky;  Nearly God

vento di mille suoni
il vento voglia, vento, nell’ocarina
del tempo…
l’uomo patisce la nervatura della rosa, tracima uno sfolgorio,
solleva in sé il peso dei crismi: forse entrambi ridono il bambino, l’uomo.
vento di mille suoni, scalare in una cornice arborea
che tutto hai bruciato nella voce
preso alla mia l’iride spaziale del pensiero
non domando sconto_
e più stanco mi sospinge l’errore, la veste di uno
spacco nella dolina, oltre
la macchia dei carrubi.
aperto i cancelli su un giardino immortale, ortiche, fate ridenti…
che è il tempio dell’anima, lì ho scoperto il frutto
maturo del tuo stallo, in uno snodo  di stili.. a un uomo
solo è garbo il pudore del
silenzio…

dà, se puoi, se ti è chiesto, in un giorno rubato ad un
orcio capovolto di pensiero,
questo cuore accentato a un fiato giovane l’anelito _
l’ inspirata smania che
scrive commedie delle genti, impeti di mattine tinnanti sopra volte simpatiche
scritture a schermo di spasmi…
quanto amato_ un circolo chiuso di vizio…
solo amarsi addosso congestione di una vinta pietà 
di aurore, l’impietoso maglio della fede… di  chi la 
cerca per il mondo
( i savi, gli sconfitti
non si chinano mai)

*
e lettere incise in alfabeti d’oro, fili di piombo
cifre di folgori_ no,
non imparai a leggere… e forse scrissi il mio idioma segreto…
la vela triste _rideva alla tua lingua di strega sedotta …   vento...
poeti poveri che…
ogni ricchezza della terra…

*
non sfiorare i suoi capelli,
il suo rostro villoso.
pietà dei sui occhi dove una luce contrasta l’eterna catena, l’eterna altalena
in una favola zen; i miei versi su foglie di assenzio, 
i suoi
occhi su fogli
d’assenza.
















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