Tricky; Nearly God |
vento di mille suoni
il vento voglia, vento, nell’ocarina
del tempo…
l’uomo patisce la nervatura della rosa,
tracima uno sfolgorio,
solleva in sé il peso dei crismi: forse
entrambi ridono il bambino, l’uomo.
vento di mille suoni, scalare in una
cornice arborea
che tutto hai bruciato nella voce
preso alla mia l’iride spaziale del
pensiero
non domando sconto_
e più stanco mi sospinge l’errore, la
veste di uno
spacco nella dolina, oltre
la macchia dei carrubi.
aperto i cancelli su un giardino
immortale, ortiche, fate ridenti…
che
è il tempio dell’anima, lì ho scoperto il frutto
maturo
del tuo stallo, in uno snodo di stili..
a un uomo
solo
è garbo il pudore del
silenzio…
dà, se puoi, se ti è chiesto, in un
giorno rubato ad un
orcio capovolto di pensiero,
questo cuore accentato a un fiato
giovane l’anelito _
l’ inspirata smania che
scrive commedie delle genti, impeti di
mattine tinnanti sopra volte simpatiche
scritture a schermo di spasmi…
quanto amato_ un circolo chiuso di
vizio…
solo
amarsi addosso congestione di una vinta pietà
di aurore, l’impietoso maglio della fede… di chi la
cerca per il mondo
di aurore, l’impietoso maglio della fede… di chi la
cerca per il mondo
(
i savi, gli sconfitti
non
si chinano mai)
*
e
lettere incise in alfabeti d’oro, fili di piombo
cifre
di folgori_ no,
non imparai a leggere… e forse scrissi
il mio idioma segreto…
la vela triste _rideva alla tua lingua
di strega sedotta … vento...
poeti poveri che…
ogni ricchezza della terra…
*
non sfiorare i suoi
capelli,
il suo rostro villoso.
pietà dei sui occhi dove una luce
contrasta l’eterna catena, l’eterna altalena
in
una favola zen; i miei versi su foglie di assenzio,
i suoi
i suoi
occhi
su fogli
d’assenza.
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