Via Delle Girandole 10 - Fabrizio Moro (Album Cover)
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io so che vorrei _di attimi-talenti_
un punto d’incontro, un prisma, il porto della fortuna
l’ultima thule almeno e lunga vita a
barbagialla
al calvario a chi se ne sta tutto
il tempo ad afferrare il proprio
sacramento.
viva il giorno
cantato fino al mattino: non è che
numerarsi addosso
le frasi i dove l’un l’altro, gli
altari di settembre
l’immortalità
dei fuochi offesi
tardi
sull’arenile
poco
più che un maialino
forato
sul fondo.
ritrovarsi in questo colpo di istanti per
il settenario del caffè
o per lo sproloquio della politica alle
sue isole di giada, per la parabola
delle grandi separazioni
per il vitto e l’alloggio del pensiero_
*
senza
chiedere un compenso alla tua stella
né
cercarmi fra le tue dita
lo spartito
di una chitarra perduta,
quando sorridevi nella luce antica,
nella luna crescente era il seme che
germoglia un musicante
la sua fiducia in una mano tesa _ una
lente sopra le ancore
confuse delle carte.
*
trovarmi del tuo affanno debitrice
ogni notte,
di quello strano scintillio fra la
selce e le sillabe rianimate
con il gesto della seta
quando più pensavamo che nient’altro
avessero da mostrarci
*
e
l’iperbole
si genuflette qui
dove
nulla è stato mai creato;
la formula s’intrica s'imbroglia s'impiglia
s'imbeve di note, di soglie, s'imbottiglia
: è il suo modo di non essere un pi greco
s'imbeve di note, di soglie, s'imbottiglia
: è il suo modo di non essere un pi greco
qui
davanti alla fiammante incrinatura
dell’anima mia che ora mi pare un calice a cui tu piano
avvicini le labbra, amore.
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