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1
Re astri
Sciamani del quinto
millennio
| Proemi a cui non
seguono gesta di eroi
perduti nella
memoria.
Ancora cercando
parole d’amore.|
Imbrattare
tutti i muri con le poesie di Arthur Rimbaud, con tutti
i
nostri
telegrammi
inviati al
padreterno, per fare più freddo più
terso il grido della ghiandaia nel
boccale di cristallo in cui affonfa la valle.
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terso il grido della ghiandaia nel
boccale di cristallo in cui affonfa la valle.
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Suonami ancora
quella canzone
Con il sapore del
vento – batti il mio cuore
roco tamburino.
Amiamoci fino a
somigliare al vino nerissimo.
Amiamoci con i
nostri corpi albini, esausti, invitti
Facciamo il nostro
fiume nostro
e che sia lungo
come le simmetrie
degli spazi,
degli spazi,
povero come solo
povera è la paura; che bel suono la parola follia!
Amiamoci così,
follemente. Così follemente
da osare di amarci.
2
Questa è la terra.
Aspra come il latte
di una giovane
madre, diamola via
per niente!
Che vale il sole,
che vale l'incanto che è
amore? Com’è che l’anima
non è mai presente
quando
si spacca il frutto
della mente
per | naturale |
maturazione? Porla a difesa?
Che vale, che vale.
E qui passerà il
letto del fiume, sul mio petto
rosa come un
fiocco_______ di brina
- tralasciando di
essere saggio -
______________ per
anni.
La storia balla col futuro.
il futuro
sta dietro,
ti marca dal primo
cerchio della
giostra _____________________
Ridi ragazzo,
ridi...
Un giorno, sappi... eh...
sopra queste pareti assieme alla nostalgia avorio specchi
che paiono assorti in assurde valutazioni
ribollendo nel nome
della
materia Dio.
materia Dio.
E la vidi, vestita a lutto, la Vecchia. Un fazzoletto le fasciava il capo,
venirmi incontro
senza raggiungermi
mai.
Un barlume dei
eternità che mi annovera,
un attimo chiamato
ininterrottamente
3
Carmine ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: ha incominciato
ad allenarsi
nuovamente, cardio
farneticanti mantra– i grammi sono la sostanza
del sangue-argilla
l’acqua è la misura della
brocca, i metri
sono la via – alla voce mia nonna su un vecchio mangianastri -
Ultimamente mi sto
rifacendo gli occhi su cose
di un mio certo
gusto. Vene
che sbalzano colli
di cigno,
mani strette
sudate ma strette;
alti femori
fra un’ora saranno
ottavini di
altrove e poi si renderanno
irreperibili.
Perché la poesia è polvere.
La polvere
è la parte
utile. E allora il mio cuore è un nido
per lo
scoiattolo. E’ questo forse un museo?
O forse il tempio
ove si sfidano
voga e morte
e morte e Cesare? E’ un posto per l’amore?
Allora spargiamo la
voce!____________
Che niente è eterno
quanto il
palpito di una
bocca che non dura,
che mi assiste in te, reca il suono nel trascurabile.
L’intera fredda nera caverna sta in me. Ove emigro
l’anima mia piena. Lei canta, cenciaia,
urina per strada
allargando le cosce, all’in piedi,
da sotto la rapida
gonna.
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