lunedì 9 marzo 2015

Vino e Miele
























1
Non ho vissuto invano
se almeno una volta ho stretto la tua mano pallida
se ti ho tolto, perso nel mio ideario,
la bisaccia dalle spalle:
il tempo è una una marca da bollo;
vedo che hai il
berretto in fiamme, che per scrivere usi un cucchiaino
bagnato nella conserva di limone.
Non brandisci la falce da anni, avevi verniciato
il manico di rosso, fra altri arnesi e
alambicchi della mente,                        bandiere
Unapparizione del diavolo in una stalla rimessa a nuovo per farci vivere
I tuoi genitori di ritorno dalla terza luna  e due agnelle con
la tv via cavo sintonizzata sempre sullo stesso canale

Lantenna fatta con un gruccia per le camicie
E un vecchio tino per convogliare
Lacqua
                                                             La sigaretta mi bruciò le dita
E rovesciai il caffè giù lungo il colle,
Rotaie & Arsenali
per innalzare la tomba dellimperatore
Astro scialuppa, nugoli di pulviscolo


Limperatrice in lacrime, i suoi orecchini di occhi di
Pavone calpestati dalla suola dei miei sandali Di fango & bellezza

No, non ho vissuto invano, ____

Le fiamme raggiunsero il giardino
della metafisica incuneato
nellanca dellaurora, recuperai

Il libro con la copertina di ghiaccio:

cibo per i lombrichi che pigiano nel tuo cervello per accaparrarsi il
brevetto di un crepuscolo  allocchiello
di Odino.

2
No non ho vissuto invano

Se riesco a tirarti fuori dal tuo lingotto doro
Dal tuo stiletto refrattario, dal tuo libretto postale
Dal bianco tipografico,

dalla tua urna benedetta con il
vino diluito al miele
con quella sporgenza
Nello stagno  per farci entrare i
tuoi piedoni parlanti

Nessuno sarà più in grado di mettere su quel numero come si deve; una
coperta sulle cosce
I lobi delle sue orecchie nudi
Adornavano
La fantasia dei rami battuti al vetro dal vento.
<< sono il tuo bimbo, il tuo bimbo per sempre>>

No, non ho vissuto invano

                                               Se una voce, un frutto a forma di specchio
                        Ho liberato dalla tua voce.

3
Ho allacciato i finimenti per passare il fiume,
colmo del mio dolore
Di gestante - il mio feto di pezza -
La più fredda indifferenza la più sola
E ti ho chiamato fratello,

e ti ho visto passare, andar via ,in un pasticcio di lecci,
hai allentato lattesa
arrivederci, amico. Al più presto ti invierò
un foro di proiettile
montato su un anello doro

Se questo accadde io non vissi invano

*                                               
Apri il libro delle Ore
in cui una stella, una stella sempre appare_____ reclamando un pasto
caldo

se io te lho indicata _________con il capo
sullerba lambendo la tua premura

io no, non ho vissuto invano,

4

Se tutto questo non avrò fatto
E fra due cataratte  dali di colombe io
spostandomi piano da sembrare
una carezza docra

al prato verde appena

non avrò scritto i nostri nomi nella cinta ove gli inguini sono arcangeli e
fanno la loro muda bevendo al calice
dellOnnipotente con le tue labbra come
gabbianelli

allora sì,  avrò vissuto invano, e per
poca cosa avrò fatto lamore

su questo giocattolo a corda che chiamiamo
Cuore. Bene non so.


                                                                 Ma  quando prega invoca
                  il nome di Ofelia, piegato al ceppo
del suo piatto di lardo.




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