PASSIONE |
I
Parlami.
Ti parlerò di me
Segnali
oltre la neve, i vecchi amici
Sono
tornati in città – non per molto
Non è
ora l’infinito per strade che vai a battere,
vecchia mula
Fatta di
mille venti attorcigliati
A mille
raffiche di voci
riversate
e ai davanzali
i fiori
del corpus domini piovuti anch’essi
nelle mani
degli astanti.
Chiama l’amore un clamore muto
Chiama, gli
risponde l’imposta
battendo contro la
Sottile
foglia di vetro
o finché
tutto intorno non ghiacci la parola
e saremo
liberi
e saremo
bastonati dalla libertà,
inginocchiati
sui ceci
sventolati
nelle piazze accalorate
liberi,
liberi - non avere imparato quanto vale un solitario di carbone al centro di
uno
spirito
in fiamme
Su un
foglio o sull’ala di
un gabbiano dura poco anche il caos
Della
genesi, la confusione dei tamburi per segnalare
Che un
altro di noi ha varcato il
Proprio
confine.
II
Parlami,
io non ho più paura, sarò la tua spada
Le tue
spalle
Reggeranno
il traffico fra gli astri
La
cerimonia -
Ti dirò
che è davvero una bella giornata per andarsene
Imboccare
quel treno, quel treno lì che
Parte
non si sa da dove e non ritorna
dacché
tutto
Avremo
compreso
Dacché
tutto è perfetto, e allora immergi le dita
Nei miei
occhi, forò lo stesso con i tuoi
L’oceano non è mai ____stato così
vasto
III
E lo
traversammo sopra
____________Haiku
d’oricalco smorto
eppure i
miei occhi non ricordano
il verde
Né tantomeno azzurri i tuoi, lavati in cortile
con la colza
E la
lieve brezza. Non lo saranno mai – Amore, amore parlami
nuovissime
parole consumate
Non
somigli a niente, ma sei già perduta nelle
callosità del niente
E da lì,
da dove vieni io
sento tu
porti uno scampanellio di
qualcosa
al modo di cristalli, una cosa mai udita, come la parola amore
detta
senza pensarci all’amore,
senza pensarci due volte.
Farà
impazzire il maestro della banda
come il mio sventurato cuore traverso.
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