1
Alcuni nascono senza.
Punto. Alcuni devono conquistarsela,
pagarla, per farci l’amore, sudarla come il
piccolo
orto coperto dalla
brina, spaccare le zolle delle antinomie
del cuore, far
quadrare i conti. Azzerare il contachilometri,
mettere una pezza alla
camera d’aria della bicicletta;
diventare briganti,
santi, oracoli di pietra, osti
per venderla
annacquata ai i poeti, ai ladri di rose
ai cacciatori di
cinghiali di ritorno dalla battuta, e giocarsela
a zecchinetta, a palline, a merda , alcuni ti freddano per
poterla conoscere a
fondo –
la puttana, la selvaggia, la profonda che affiora barbara – fuori dalle teorie sull’evoluzione,
la puttana, la selvaggia, la profonda che affiora barbara – fuori dalle teorie sull’evoluzione,
colpisce l’amore con la clava,
graffia la psiche con unghie licenziose.
Lei la sola – cianuro di Socrate – venuta da prima del
caos:
Anima, l’anima, maledetta anima.
2
Non sono un tipo che
si fa voler bene facilmente.
Se non fossi nato
quaggiù
molto probabilmente
sarei un pettirosso,
un elemento immortale,
abitatore delle fanfare celesti, per dare alla luce un connotato qualunque;
ogni notte veglio: il
tuono scuote le ultime querce in cima al boschetto dei Saraceni.
E mai una volta che
imposte e trattenute siano
giunte in tempo -
Il fatto è non comune,
non so cantare le sacre scritture
mi viene un rospo in
gola, e la gente mi
deride: vattene al
pantano!
Dal mio arrivo sulla
terra non sono passati che 31 anni, quanto durano
i tamburi che
annunciano la Pasqua domenicale,
un attimo – un’ora – il tempo di un atomo
di diventare uomo –
di diventare uomo –
In alto mi cacciai |
per conoscere
il Grande Beato, nel
mondo dei Tre Cieli.
Fin lassù mi cacciai:
una confusione di piume,
profumo acre di guano.
(mi chiedo che tipo di
mortale
potrò mai essere)
Vidi un pavone
appollaiato sul pagliericcio, un semplice gustoso pavone
e nessuno
intorno;
lo misi in un'ampia scarsella,
e la sera feci un pubblico invito
alle miei genti. Ma
lasciai di mangiare il cuore
per me solo. Nessuno
aveva mai salito
gli ottantaquattromila
scalini del faro del cenobio
ed ogni mattino, prima
che sorga il giorno,
vado su la luminosa Sorgente
per colpire i tamburi
con le piume del pavone. E vedo il cielo e la terra che si arrossano e
il vento dell’est trascinarsi dietro
i suoi proiettili,
il vecchio convoglio
ferroviario pare una cuccuma spompata
porta con sé il
dolente guaito dei cicalini.
Non dirlo. Chi mi ha
condotto qui
non so chi sia. Ma ognuno
non so chi sia. Ma ognuno
deve il proprio
cammino. Fosti tu, - Anima di tre quartine?
- Primo mese d’estate, canto dei
limoni?
3
Dal buio, dalla cecità
della notte, in pochi secondi
la luna è un cerchio
di bussola magnetica,
dalle fornaci per
cuocere il pane, la terra, bruciare i corpi-falene, le bandiere, vampe di fuoco
ai monti.
Ma è nell’aria che dimora il campo dove i vecchi vanno a finirsi come i
topi -
ho rubato tutto l’oro delle stelle,
tutto ho speso
in sandali di paglia
anche l’anima ho messo sulla rete
da pesca – seme e____________
sangue – sono l’uomo più povero del
mondo.____
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