Dimmi dolci le parole o l'aceto.
Parla
i tuoi saetti, i tuoi bai cani, O Giove immonda.
Si
sta caldi in un ventre di balena
superliminale oltre
il
super spazio
La tua Parola nella mia.
E alla fine li ho scritti i versi
che sono
pettini,
e pietre di sapone, per i pidocchi stretti, i miei veleni da scontare bevendo
ambrosia
di seconda scelta.
Cose
senza eternità nè fine, fatti
con
gli elefanti sauri
sotto le torbiere dove gli
scavafossi cercano
la
più antica piramide dei Maya
10.351570
dicono,
10.351570! dalle foto appiccicate ai
barattoli
di
latta per la mancia.
E giù con il piombo fino, ed è
mattina.
Un
colabrodo per filtrare
i
tuoi pensieri,
Dimmi parole per risolvere, almeno,
la terra fame. L'in_finito pat_tu_me
le
gioiellerie A Ponte Vecchio, i sorci che rosicano
nella
memoria di me patrizio e servo.
Il mondo è
salvo stasera. Luci al
neon,
anche le mie mani.
Sono fiaccole - Mr. Desir rimonta,
stacca la marmaglia, e sul vecchio Paso Loco
taglia,
spezza prende al volo la coda di volpe, di volpe, mi pare.
e
sembra volerla ferire a morte
ma
è solo paglia.
Che non prende fuoco.
()
I festanti sfregano le loro
zampette di
mosca, e gli occhi dei ciechi che vedono più in là delle dita. Charles
ha
messo gli occhi su una strana, ha la dentiera al posto
dell'anima. La vecchia che viene
verso di me
gli
viene incontro
bifocale,
Alla finestra nell'atrio del cinodromo.
______________
E
allora dimmi parole che mi sollevano,
_
fischio _di_ treno.
[]
____________
che proprio lo fanno - volare
volare, l'inno nazionale
delle galline. La sanno lunga ,
sai? e sono
più
antiche della storia del pomo della
discordia. Una balla di mitologia
cum_temporanea
Ho sentito dire che alla fine non
era un
pomo, era un uovo.
- lupus in fabula -
Charles si è dileguato in
una toilette per
rifarsi il
naso, e vedere di scambiare il posto alla dentiera,
rimettere
l'anima dov'è giusto
che
deve.
Mi hai aperto
in due come su fa con una pesca, mi vedi,
verde sordo
alle intemperie, e il mio cuore è un orcio d'oro finto, per
l'attesa. Che luccica, che
luccica
per salvarmi la vita
______________
Ingoio il nocciolo dopo averlo
frantumato.
Ho il tempo
Plastico iconografico
nel bicchiere
da soldato
che
ora è per la cenere
//
Ciò che ci vorrebbe desso è un
elastico. Matite, forcine, cartine
da
tenere insieme, penne USB spennata a un uccello
che viene
dritto del futuro
accendigas, la pipa sottile
d'argento
rubata in un bar in
Marocco,
un
fuso per la lana, una Cross d'acciaio della GTE, il tagliaunghie,
fiori
di cuoio, spille, spille e nessuna
patria,
La voglia
stinta di ammarare
con
la mia scrivania.
Di elastici ne servono tanti, a
ben vedere,
l'importante
è che siano interi
circolari,
solidi.
Cose che se ne
vanno a zonzo
per la stanza, come nel video di Cesare Cremonini.
alcune
galleggiano alcune
restano sul
soffitto assieme a qualche ragno,
altre
sono il cuscino quando al
mattino
ti alzi da sola
e pesa, e
pesi il sole essenziale nella bottiglia
di
profumo sulla mensola di fianco
allo specchio.
Sotto le putrelle arrugginite, io -
che macchiano il cielo di Amsterdam.
Ci
servirebbero davvero un paio di elastici, dico sul serio,
che
non si spezzano
Come le parole, come le parole.
Come
le parole.
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