domenica 3 luglio 2016

lettera a un amico in forma di cometa (se ci capite poco: buca)


New Trolls - Concerto Grosso

1
Resta per quel poco 
che so dirti
l’esatta nudità di 
esserci.

chi lottava duramente il giorno… identità del
canto che non vacilla…  te che fisso sollevandomi
dalla brace di rare nozze violate; che più nulla m’illude…
archi nel grembo, il senso di un ordine assoluto_
e seguivi ombre nelle mie che, non accolte, assolvi
alle tue mani... ribevo il vino della partenza...
nel tuo farti stima…


2
per lacerare ore, vuoti di inezie; ritoccare un
suono perduto di preghiera…
sopra la guglia detta_
più non è rito il giorno, non matura il dubbio del piacere, chi
visse in questi tratti di fughe, nel timore di aversi il cuore, di darsi,
io ho conosciuto…      
                                     *La Tentazione Di Vivere
che ci ha incantato tutti  nell’urgenza…

3
resta  se quel nodo insoluto do
all’allegra consonanza e che spenda
ogni cetra nel fiato, linfa che non 
trema la sua furia nelle stelle

resta a limitarti eterno con l’assalto
a una cuspide snella di fiori di versi
originata e potente d’ogni confusione:
il tempo erra misero di disdegni…

io qui vorrei l’alta virtù che non ha
in sé i suoi semi, ma puro contro il
dolce frutto io voglio la forza di sorgere
da un ceppo privo di pensiero…


resta perché io m’estendo e vago la
mia vela distante dal tuo fiato, io che
sono figlio solo di me stesso,
padre di ogni amore. resta…



Orchestra Popolare Campana


4
Immobile il pudore di una 
visione, allegrezza di voglie salde _ la tesa voracità, l’anima pietosa di un
prodigio impazzito…
troppo ho chiesto il desiderio, che  più non vedo oltre
il mattino l’ottimismo astrale _ intatto di giudizio
come sono fra i momenti infiniti dell'ascolto...
avremo sosta, furenti di un amore simile all’ira di urlarci
il dirupo in cui non vige la legge del
confine.

e allora canto i vivi, il rigore
di un lasso che
rigogliosa la caduta di ogni spettanza
fra le quinte di un porto senza legni, lasciatosi
all'iride della poesia...
                                            * 

      e
nell'aprirsi del
guscio credi, credi... concludendoti assorto ogni
sera, uomo; alla firma avida di un pieno risorgimento,
la spina certa di ogni trasfigurarsi:
            gridi sulla tela,                       miniato
                            nella genesi di
                                  un caos recinto,
                   su una pagina di strappi 
        di vela,
                              nella resa senza brine,
                   i crolli
             di una caraica alle tue luci...
                            ma ghirbe d'aria siamo,
             frangenti di stelle
       rubati 
a un passo di
                   volo...
           e ora 
      speri
di più...
                                                               nulla ci stringe l'amo della mente...
                                       la tua veste
                        le mie dita,
                     amico
              il sole sopra
       questa
          riva 
                sdrucita
                          a forza
                                    di essere
                                                vita
                                                   la vita...  
    
                          






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