Hormiga _ Shore |
a n ni
ba l a
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case silenziose seguite
sul
residuo
anche nel colpo d’orologio_ illude il
tempo la sua matrice
e mi fece immortale_ dove ti ascolto vivere, cullarti…
ma io ricordo un villaggio deserto, donna dal grembo di
ventaglio svolto...
un
calcio al muro, amica…
per
esser felici. un no
fra
le rime dei pensieri e non so che peso mi
imbevve, sola entità di luce...
imbevve, sola entità di luce...
vanno
in letargo ombre sui
balconi...
qui
nell’agata
assoluta
di
una giostra di mondo
ho
aggrovigliato il rocchetto afoso, fra le trafitture,
il
solaio sommerso della ragione non poteva aprirsi il verso acuto.
ma un moto una danza eppure...
ma un moto una danza eppure...
e il primo incendio
devasta i nostri templi assurdi...
l’errore si fece dolce ai miei fermi, ubriaco
nella notte, qualcosa stagnava il desiderio...
pure
quel vento gremito
asprezze fruttuose: una povera rosa; battevo i piedi:
vinto
bimbo cocciuto.
*
cara polpa d’anice, chi
fui, in quella
febbre, si versò nel tatto dei guanciali...
ancora vorrei che mi dessi
alle lampade illogiche
il
taglio di raso del cuore; una delle caramelle che tieni
nella tasca del grembiule,
amore...
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