lunedì 11 luglio 2016

annibala


Hormiga _ Shore





    a n      ni   ba    l   a



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case silenziose seguite
sul residuo
anche nel colpo d’orologio_ illude il tempo la sua matrice
e mi fece immortale_ dove ti ascolto vivere, cullarti…
ma io ricordo un villaggio deserto, donna dal grembo di
ventaglio svolto...

un calcio al muro, amica…
per esser felici. un no
fra le rime dei pensieri e non so che peso mi 
imbevve, sola entità di luce...
vanno in letargo ombre sui
balconi...

qui
nell’agata assoluta
di una giostra di mondo
ho aggrovigliato il rocchetto afoso, fra le trafitture,
il solaio sommerso della ragione non poteva aprirsi il verso acuto.
ma un moto una danza eppure...
e il primo incendio
devasta i nostri templi assurdi...
l’errore si fece dolce ai miei fermi, ubriaco
nella notte, qualcosa stagnava il desiderio...
pure quel vento gremito
asprezze fruttuose: una povera rosa; battevo i piedi:
vinto bimbo cocciuto.

*
cara polpa d’anice, chi fui, in quella
febbre, si versò nel tatto dei guanciali...
ancora vorrei che mi dessi
alle lampade illogiche
il taglio di raso del cuore; una delle caramelle che tieni
nella tasca del grembiule,
amore...


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