martedì 10 novembre 2015

Il Fauno Felice

 Fauno - El.B. -















1
batté alla porta
di ogni casa maturando il frutto di una sete
fremendone gesti molli al naso delle donne
come va il vento di mare
a risalire le spire degli altari
a fare un turbine ai voti dei padri

eppure non chiese
e forse mai ebbe voce
ma fu assolto
come accade a chi è madre delle genti, vede da dietro le palpebre
il disordine lieve delle cose;
posando il punto
alla fine della commedia.

2
si udì il suo passo
e non si udì. un suono di nespola disossata dagli occhi della serva:
al tuo dio dissi un dì - va al bordello, ceffo, va.
ci offrirono il vino bonario
delle pietre di monte massico__, la ragazza mi parve
di chiamarsi angelica.

le scrissi
una poesia damore.

la mente trova vapore nel capofitto della terra
sparge attorno simboli di cento presagi di luce
un coccio bianco che si radica
sul fondo.

3
si udì. e non si udì
il riso ostile
a lontani finali di vampe di fughe - voi
titolari danima,
aprite almeno uno spiraglio di porta, nulla che non sia stordito in
questo traboccare di
tregue.

-          cè una parola troppo _dolce
da essere pronunciata -

e
forse lebbi in sonno di un flautino immobile al cinto
di  una povera bega e si udì
e non si udì.





Elia B. 

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