I
Avido in languore il
labbro origliante del poeta,
epicureo, e non mai
inverecondo
dice tocca la mia
gobba – prendi fortuna,
venne ad allinearsi
con i miei calzini
appena bianchi la
poesia sotto la
sembianza di una gazza ladra, portava spiccioli di sillabe nel becco.
E fui onesto, E poco
scaltro: li sperperai in vino
che non avanzò
nel turacciolo, per me
ed i miei amici Al risveglio
mi ritrovai una gobba fatta
di sassi annodati assieme sulla schiena
Timida la porto. Vincendo
l’astio e l’arsura del vento,
la mia prima
promessa è che il filo
del filo d’acqua
che lento fila non si
spezza, è l’anima
e non la tagliano
le forbici, ma avevo
la mia gobba così scrissi la divina
commedia, per farli gioire
tutti, perché i Ministri prendono le cose sempre troppo
sull’ok, ma andiamoci
piano,
Avete mai udito di un
prete che ha scoreggiato? In qualche posto
Del mondo, in una
certa ora, durante
qualche accadimento?
II
Donate le vesti di ragazzo
Riposti i libri sacri.
Il fiume scivola sulla mia lingua di
bue ______
muggisco.
Senza riposo per tre millenni. Coltivo
un piccolo noce in una tazzina da the.
aspettando che siano pronti i moduli
per ricevere a mezzo posta
il mio revolver e il tamburo.
Conosci Robespierre?
Conosci Zapata?
Certe volte ti vengono in mente delle
curiosità
Che non sai dove le sei andate a
pescare.
E mi corromperò per un vecchio asino,
risalirò la mulattiera
scaverò un pozzo, pianterò là il noce
riponendo nella carta da giornale
La tazzina, affinché non si sciupi. E
ti inviterò a mangiare
Noci fresche, a benedire la fantasia, a mantenere
la mia promessa;
Donate le vesti di uomo
Abbandonati il vizio della paura e
dell’amore:
amare, amare, e impaurirmi
Senza temere;
mi riempirò gli occhi di verde,
e i pozzi saranno due.
III
#
A volte un’esondazione
La notte
Io ci camminavo dentro a piedi nudi,
inneggiante alla mia flotta di endecasillabi
e ne uscivo senza una ferita, Continuavo il mio percorso,
e per me era solo
Un altro incipit e un’altra chiusa
Con nota a margine | quanto a
formicolare
Alle soluzioni di sorta,
lasciavo agli altri il dovere, tutti
poi facevano capannello
per polemizzare, trattare, dibattere e
il prete suonava
la campana piccola.
Ma questa è la Nostra arca di Noè, e
poco vi si badava.
Questo è il nostro dio.
La bella fortuna di aver ________________________ testimoniato
al guizzo del nero, il nero disciolto
l’effetto sedante del vento che
asciuga le vie,
il profumo impregnato dei libri
della sacrestia
il suono delle parole ritrovate
sepolte sul fondo, come
un relitto, e alcuni sassolini tondi
giunti fin sul
sagrato.
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