sabato 17 gennaio 2015

Greca



















I

Le tue parole
Scritte in ogni lingua sono la voce del ruscello, piccolo dattero,
Mai che un dio alzasse la sua picca
Contro quellardore.

Le tue parole scritte in ogni insegna
Sopra ogni ossario

Nel vento, nel vento che le ha fatte vibrare e chiamarle poesia

E misero io caddi per un peso
Non mio del tutto
Trovammo una città diroccata i fichi dindia appesi
come lampade, e ci credemmo
uguali agli dei.

Respira. Il sorriso scalda le parole, quellamore cereo, cortese che tu fosti
Amore amore che saresti se Io fossi fuoco, e morte
E tempesta. Ma baciami adesso e taci, baciami

E guarda il cielo riempirsi
                                       di aquiloni.

II

Tentò di avvelenarci lanima
Quel ceffo, vedi dietro nel tempo che fummo -

Ci offerse ambrosia già confusa con la frescura dellaceto,ricordi Atene?
Oste di nessuna culla, chiese moneta e invece
ebbe le tue parole

Caustiche affilate armi azzurre
Niente da fare:

Anche lacqua ci hai annacquato, ceffo! Con quella agilità di 
poeta antico, figlio dei linguaggi dei tuoi vecchi.
Ce ne andammo.

Ci disperdemmo fra le strade e i gli ultimi crochi chinandoci per via ad ogni edicola,
invocando Bacco
che non avrebbe mai potuto capirci
Fischiettando ‘’She loves you yeah’’
Così sia. Così sia.

E la nostra auto scomparve nel velo
del mattino. Così sia. ___________________

III

Trema un sole affannato
Sul tuo cranio ricciuto, è così che mi presi la penna di immaginarti
Ma di lì a poco sarebbe passato il Caronte delle 7
Ci aspettavano i nostri amici di Milano,

imparammo a temere
la collera

la nostra, a pregare sputando quei semi legnosi
a dipanare il frutto, a dire grazie
per gli aculei.
 

Lombra della tua della tua speranza
                                                  annichilisce la presenza di dio, e ancora le tue parole
                                                           per cavarci dimpiccio.
                                                  Perché hai gridato contro il pope,
Poeta femmina, da dentro la tua urna?
Dopo mille anni
Che eri vissuta avvinta alla
tua polvere
Dargento sulle ali
delle falene. #
Giorno mediano raffinato nel gioco che fanno le lenze col sole
Fiume fiume fiume che procedi
Coshai di buono per me?

E i ragazzini in una piazza a rubarsi una cordicella di garza
Rimediata allospedale di non so che santo

Rubala la mia bandiera, perché credetti che                     saresti uscito dal nulla, come sempre
                                    O da dentro unombra
                                                  Segna come già letto.

Le tue frasi fuggenti e ancora ridere                                          
a distanza di centanni
                                                 di quel ceffo.









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