I
Le tue
parole
Scritte
in ogni lingua sono la voce del ruscello, piccolo dattero,
Mai che
un dio alzasse la sua picca
Contro
quell’ardore.
Le tue
parole scritte in ogni insegna
Sopra
ogni ossario
Nel
vento, nel vento che le ha fatte vibrare e chiamarle poesia
E misero
io caddi per un peso
Non mio
del tutto
Trovammo
una città diroccata i fichi d’india
appesi
come
lampade, e ci credemmo
uguali
agli dei.
Respira.
Il sorriso scalda le parole, quell’amore
cereo, cortese che tu fosti
Amore
amore che saresti se Io fossi fuoco, e morte
E
tempesta. Ma baciami adesso e taci, baciami
E guarda
il cielo riempirsi
di
aquiloni.
II
Tentò di
avvelenarci l’anima
Quel
ceffo, vedi dietro nel tempo che fummo -
Ci
offerse ambrosia già confusa con la frescura dell’aceto,ricordi Atene?
Oste di
nessuna culla, chiese moneta e invece
ebbe le
tue parole
Caustiche
– affilate – armi azzurre
Niente
da fare:
Anche l’acqua ci hai annacquato, ceffo! Con quella agilità di
poeta antico, figlio dei linguaggi dei tuoi vecchi.
poeta antico, figlio dei linguaggi dei tuoi vecchi.
Ce ne
andammo.
Ci
disperdemmo fra le strade e i gli ultimi crochi chinandoci per via ad ogni
edicola,
invocando
Bacco
che non
avrebbe mai potuto capirci
Fischiettando
‘’She loves you yeah’’
Così
sia. Così sia.
E la
nostra auto scomparve nel velo
del
mattino. Così sia. ___________________
III
Trema un
sole affannato
Sul tuo
cranio ricciuto, è così che mi presi la penna di immaginarti
Ma di lì
a poco sarebbe passato il Caronte delle 7
Ci
aspettavano i nostri amici di Milano,
imparammo
a temere
la
collera
la
nostra, a pregare sputando quei semi legnosi
a
dipanare il frutto, a dire grazie
per gli
aculei.
L’ombra della tua della tua speranza
annichilisce
la presenza di dio, e ancora le tue parole
per
cavarci d’impiccio.
Perché
hai gridato contro il pope,
Poeta
femmina, da dentro la tua urna?
Dopo mille
anni
Che eri
vissuta avvinta alla
tua
polvere
D’argento sulle ali
delle
falene. #
Giorno
mediano raffinato nel gioco che fanno le lenze col sole
Fiume
fiume fiume che procedi
Cos’hai di buono per me?
E i
ragazzini in una piazza a rubarsi una cordicella di garza
Rimediata
all’ospedale di non so che santo
Rubala
la mia bandiera, perché credetti che
saresti uscito dal nulla, come sempre
O da dentro
un’ombra
Segna
come già letto.
Le tue
frasi fuggenti e ancora ridere
a
distanza di cent’anni
di quel ceffo.
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