domani_
parola impossibile
impassibile
il futuro, ha il tenore di una lama
i
denti bianchi delle dame_ quasi zanne_
libertà
parola impossibile,
fratello
parola ridicola…
poesia
parola fattasi parola quasi per gioco, chissà…
cifra
inattendibile che si liquefa sulla bugia
del
moccolo rimasto_ usato fino a uno
spasmo del chiarore.
prostrati
e non chinare gli occhi,
guardalo
nel
cuore l’aguzzino
cantagli
una canzone che hai scritto per gioia, lì, sullo
spinaio
confidando chi sei senza molto spicco
per
una furia, questa canzone che io
non
conosco…
*
e
dov’è la gente? cantala_
perduta
fra i giri delle calle farinose_
chiama
i laidi ritmi di fiamme. tu
prega
e non implorare la mia mano che ti trami
l’essenza
distratta ai dubbi primari
abitano
il parco afoso
del
pensiero, ridono per te, di te, con te
e
ti chiamano fratello in qualche modo…
una
madre che gialleggia a voce alta, passata e levata verso
una
tomba azzurrina.
*
chiamalo, e non
farti udire… il tuo aguzzino.
anche oggi è un
mercoledì
di un anno
che avrò dai 30
ai 70 anni_ canta piccola musa _
sbocca la tua
freccia con la punta
rossa a cuore…
amore_ parola
passa_ passibile di eternità_ amore parola che passi
fischio di
treno_ sotto le stelle
posate a
correre. o lacrime,
o capelli
d’angelo
quanto buio ho
visto in una quiete di lumi,
fra i limoni
sfiorirti del tempo impossibile_ o in fiore, non di più,
o caldi delle
mani dei poeti che vennero a farmi
visita,
*
i
miei avi costruivano
lucerne
di
terra, ne hanno ritrovato i calchi fra
le macerie_
terra
che resiste e si avversa_ mai e sempre sono
la
stessa parola_
i
miei avi sono i miei figli.
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