domenica 6 marzo 2016

giglio




giglio
                    a sara morra


Foto di Sara Capomacchia










































domani_ parola impossibile
impassibile il futuro, ha il tenore di una lama
i denti bianchi delle dame_ quasi zanne_
libertà parola impossibile,
fratello parola ridicola…
poesia parola fattasi parola quasi per gioco, chissà…
cifra inattendibile che si liquefa sulla bugia
del moccolo rimasto_   usato fino a uno spasmo del chiarore.

prostrati e non chinare gli occhi,
guardalo 
nel cuore l’aguzzino
cantagli una canzone che hai scritto per gioia, lì, sullo
spinaio confidando chi sei senza molto spicco
per una furia, questa canzone che io
non conosco…

*
e dov’è la gente? cantala_
perduta fra i giri delle calle farinose_
chiama i laidi ritmi di fiamme.  tu
prega e non implorare la mia mano che ti trami
l’essenza distratta ai dubbi primari
abitano il parco afoso
del pensiero, ridono per te, di te, con te
e ti chiamano fratello in qualche modo…
una madre che gialleggia a voce alta, passata e levata verso
una tomba azzurrina.




        *
chiamalo, e non farti udire… il tuo aguzzino.
anche oggi è un mercoledì
di un anno
che avrò dai 30 ai 70 anni_ canta piccola musa _
sbocca la tua freccia con la punta
rossa a cuore…
amore_ parola passa_ passibile di eternità_ amore parola che passi
fischio di treno_ sotto le stelle
posate a correre.  o lacrime,
o capelli d’angelo
quanto buio ho visto in una quiete di lumi,
fra i limoni sfiorirti del tempo impossibile_ o in fiore, non di più,
o caldi delle mani dei poeti che vennero a farmi
visita,


*
i miei avi costruivano
lucerne
di terra, ne hanno ritrovato  i calchi fra le macerie_
terra che resiste e si avversa_ mai e sempre sono
la stessa parola_
i miei avi sono i miei figli.















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