venerdì 29 gennaio 2016

un piccolo uccello di nome desiderio

Foto di Carmine Petruccelli














cosa c'è
di più antico di una rosa,
di una fortuna di rose, del vento fra due croci di versi,
del vento,
di un lume nel cuore che 

è la sede del pensiero,
quando è luce

cos'è più alto della preghiera
muta delle genti,
della fanfara assurda per il pane e 
per il vino,
della bocca di un ragazzo
matura e rossa come un'albicocca,
la fiammella danzante di
una rugiada di velluto appena appena azzurra.

l'amore
poneva sul tuo capo un limo di stelle
- dicono - la loro luce
antica come il sangue,

fervida come la sete, e che dissolve 
lentamente l'attesa
perentoria,
sguaina l'argento
dei lampi fra gli scudi, in cambio di un volere
ciarliero che biascica una gragnuola

di rimorsi.

e allora datemi stelle
e furore di grazia alle mie 
stanchezze di uomo.
io come voi
porto
sul petto lo stemma del dolore
e ho avuto, per dire,
- sono felice -

e mi hanno sorpreso mentre 
il mio sorriso
era un fiore aperto,
fu fatta vendemmia delle 

mie stelle vane,
ma non ebbi che ebbrezza di fiele,
negarono il sapore del miele giurato,
ebbi soltanto una pur lieta
tristezza: una lampada scheggiata: vollero
convincermi di un calice 

bellissimo.

e mi hanno bandito dal
loro regno, mi vietarono
di sperare, mi posero nel cuore un 

piccolo uccello 
variopinto che si chiamava
vergogna : non l'ho mai udito cantare, sopra la 
cava  dell'anima mia;
lo ribattezzai: libertà per la facile rima 

con la parola
amore.

e mi vietarono di 
credere in dio, ma credo____
nei poeti, nella bellezza
in cui mi hanno braccato per anni,
come si fa per una coda di volpe leggera,
con un granchio di suono.

e allora imbrigliatemi
di preghiere
e di rose, è già la fiammella di un lumino il mio cuore.










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