lunedì 9 febbraio 2015

Vademecum




















I

Mi dissipai in amori di baratteria
Finsi, per scavalcare il pur minimo incerto, di fingermi altro dalla mia finzione.
Falso Falso e Falso, illuminato dalla pena capitale
Che mi fu castigata : tu sarai poeta
Porterai lontano la parola

E la parola sarà il biglietto per la tua vettura. Io che da grande
volevo allevare polli, e divenni apprendista cuoco.
Pur vero una cosa non esclude laltra.

Manteca il verso mi diceva imburra le sillabe fino a che non si sciolgano in chi teme di 
pronunciarle, dai un bollore alle sinapsi, fino a farle trasparire, 
infilza la psiche con lo spiedo,

metti in ammollo le lenticchie delle metafore, 
una notte prima di cuocerle.

Ricorda che una buona frittura
richiede allolio una aggiunta di birra,
E mangia fino a non entrare
                nello specchio della satira.

_____canzoni di gesta profumate di rosmarino
sonetti alla salvia, terzine
pepate,

sangue fritto per ogni notturno. E annusavi laria intorno in cerca di
ristagni di baccalà dorato quanto un Haiku
scritto su un panno di lino.

Ah, Maestro, avresti dovuto insegnarmi che laglio va ingoiato intero
crudo, a spicchio: così mancai sempre di invocare il nome di dio
Vale anche come cura per lalitosi.

E non fu un caso, fai che si voltino quando gli parli in volto, tardai a capire, e non nominare
Il nome di Dio, mai. Solo in sé stesso immerso, che pietanza
ardiresti offrirgli?

II

Veglia nella notte in me
Una carnosità di inquisitori - che feci di me?
Giro in giro e fluttua alta lanima mia
Recapitare a ogni indirizzo ghiottonerie in rima alternata.
Povero me!
Mi specializzai nella millefoglie
Strato su strato
Come le mille città di Troia, fiume su fiume su fiume,
che altrimenti sarebbe
Impossibile non farli tracimare, nube su nube,
canto su canto, e gli sposi

e la gente mi ringraziano, dicono << sei un santuomo >>
perché in cambio non chiedo

che boccette di inchiostro e bacche di vaniglia, per adornare il capo dell oggetto di tanta dis_
_sipazione, paura di essere nudi come pesci, ora sto insegnandogli a pelare i limoni,
 e lì intento lo abbandono amandolo
 per giorni indivisibili,

mentre che le frattaglie macerano al sole, ad uso di antichissime ricette
Ma ora che con il grasso di porco ho snellito
i cigolii dellorologio,

quanto, ma quanto resta prima di
                                  chiudere questo periodo
                                                                 con un punto esclamativo,

andare a capo a perpetrare lamore,  imbandirvi
aperitivi, con questa mia
                                                                                     lingua di bue?

III

Un haiku è molto simile
a un uovo -                                  mi dicesti.

Ne ho mangiate laltrieri e notturnamenete ebbi il mio stomaco in subbuglio. Ricevetti la vista
di un famoso poeta, di cui mi è vietato dire il nome. Eppure,
Maestro, il tuo volto sembrava.

E sembrava triste di più non
potersi dissipare
con me nellamore Come quando da ragazzo
Mi inebriavo sotto i limoni del patio,
                                                                                                              
E nel gusto e nelluva
danaro ai denti.
Un morto non può amare nessuno <<Tu che puoi strazia 
il tuo cuore! E non eccedere 
con la salatura>>.










Nessun commento:

Posta un commento

I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA