I
Mi dissipai in amori di baratteria
Finsi, per scavalcare il pur minimo incerto, di
fingermi altro dalla mia finzione.
Falso Falso e Falso, illuminato dalla pena
capitale
Che mi fu castigata : tu sarai poeta
Porterai lontano la parola
E la parola sarà il biglietto per la tua vettura.
Io che da grande
volevo allevare polli, e divenni apprendista
cuoco.
Pur vero – una cosa non esclude l’altra.
Manteca il verso – mi diceva – imburra le sillabe fino a che non si
sciolgano in chi teme di
pronunciarle, dai un bollore alle sinapsi, fino a farle
trasparire,
infilza la psiche con lo spiedo,
metti in ammollo le lenticchie delle metafore,
una notte prima di cuocerle.
Ricorda che una buona frittura
richiede all’olio una aggiunta di birra,
E mangia fino a non entrare
nello
specchio della satira.
_____canzoni di gesta profumate di rosmarino
sonetti alla salvia, terzine
pepate,
sangue fritto per ogni notturno. E annusavi l’aria intorno in cerca di
ristagni di baccalà dorato quanto un Haiku
scritto su un panno di lino.
Ah, Maestro, avresti dovuto insegnarmi che l’aglio va ingoiato intero
crudo, a spicchio: così mancai sempre di invocare il nome di
dio
Vale anche come cura per l’alitosi.
E non fu un caso, fai che si voltino quando gli
parli in volto, tardai a capire, e non nominare
Il nome di Dio, mai. Solo in sé stesso immerso,
che pietanza
ardiresti offrirgli?
II
Veglia nella notte in me
Una carnosità di inquisitori - che feci di me?
Giro in giro e fluttua alta l’anima mia
Recapitare a ogni indirizzo ghiottonerie in rima
alternata.
Povero me!
Mi specializzai nella millefoglie
Strato su strato
Come le mille città di Troia, fiume su fiume su
fiume,
che altrimenti sarebbe
Impossibile non farli tracimare, nube su nube,
canto su canto, e gli sposi
e la gente mi ringraziano, dicono << sei un
sant’uomo >>
perché in cambio non chiedo
che boccette di inchiostro e bacche di vaniglia,
per adornare il capo dell’ oggetto di tanta dis_
_sipazione, paura di essere nudi come pesci, ora
sto insegnandogli a pelare i limoni,
e lì
intento lo abbandono amandolo
per giorni
indivisibili,
mentre che le frattaglie macerano al sole, ad uso
di antichissime ricette
Ma ora che con il grasso di porco ho snellito
i cigolii dell’orologio,
quanto, ma quanto resta prima di
chiudere questo periodo
con un punto esclamativo,
andare a capo a perpetrare l’amore, imbandirvi
aperitivi,
con questa mia
lingua di
bue?
III
Un haiku è molto simile
a un uovo - mi dicesti.
Ne ho mangiate l’altrieri e notturnamenete ebbi il mio stomaco in subbuglio. Ricevetti la
vista
di un famoso poeta, di cui mi è
vietato dire il nome. Eppure,
Maestro, il tuo volto sembrava.
E sembrava triste di più non
potersi dissipare
con me nell’amore Come quando da ragazzo
Mi inebriavo sotto i limoni del patio,
E nel gusto e nell’uva
danaro ai denti.
danaro ai denti.
Un morto non può amare nessuno
<<Tu che puoi strazia
il tuo cuore! E non eccedere
con la salatura>>.il tuo cuore! E non eccedere
Nessun commento:
Posta un commento
I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA