sabato 6 febbraio 2016

il mio nome è Volpe

Foto di Sara Capomacchia














1
il mio nome
è volpe. china, quando scrivi io sono
libero con la tua chioma
il tuo vento.
io ho canini di volpe, figlio
di volpe delle volpi
il mio latrato sta all'erta per il mio eliso
e la monetina di rame
che porto al collo è il mio sangue, un santuario
deserto, è una sorgente il mio sangue
di voci,  è un granello di sudore
che ricopre l'intera rendita della pietà.
il mio sangue
è un sangue celeste di libertà
un sangue di rivo allegro, simile a un voto di fede,
a una fede di stenti infiniti di fiori inumani
è un inguine sordo come la fiducia
e invidia la chiarezza della speranza
2
e
ho mesciuto la birra
del carro dellorsa
in una tazza assieme a una parte di
orzo di segala, e gli angeli frullavano le ali come
cavallette
battendo le antenne contro l'empietà dei vetri, ho
aperto le finestre sopra la piazza
delle esecuzioni dell'amore divino
il silenzio apparirà liberamente, con le maschere della tragedia oltre il guizzo delle lampade
il mio nome è volpe, e ho sedotto le naiadi che filavano la loro ragna
lontano dalle tenebre
dei templi sbrogliati verso
le mani del cacciatore dei cieli.
3
ma la libertà macina le sue ore in una galea di zufoli leggeri
che ci fai qui
tu non sei di questa contrada
qual è il tuo motto
che desiderii hai nelle dita che musica suoni
nell
andare delle candelore chi è il padre di tuo padre
che fiori imbiancano il tuo destino
giorno per giorno ho veduto passare lune portanti di poeti
e le scarpe fanno male a seguirli,
mille lune di tamburelli:
gocce radiali,
tutto il mondo ne irraggiava l'eco assurda
stelle profonde battute come il ferro in un sorso di miele di linguaggi;
mi ci sono spaccato le mani: lì e nell
amore
e gli occhi.
aquile gettate al vento erano le notti
e i mercanti del buon
sangue
si sono arresi al clangore dei ceppi.
la schiera va ed io rido dei miei morti.
4
ma tu fiume, hai nascosto la testa fra i papaveri
e ti credi un colombo accecato
un carrozzone si gemma nel mio cuore! sia tu libero di essere ignoto
ma ti chiamo dio perché tu brilli
mescolato al puro niente.
5
mi riuscì a mala pena di indossare
una banderuola.
insegnami
a calpestare il sangue di mio padre, solo allora potrò dire ch
è festa il mio pianto
la notte è fresca, chiara di gocciole di gelso, fiume.
non passa, non vola una mosca.
dietro di me la terra di mio padre
sopra, un
estasi di nuvole
fra le stelle come fiordi nelle lande di dio. ma qui non c
è posto
per quelli come noi, per volpe, ferito al cuore
per te ferita danima che sei nellinfanzia delle spine,
fiume.
6
scrissi versi nella mia giovinezza, versi che invecchiano
in una beffa dellanima

non erano canti
erano una sollevazione
di catene votive
un grido di albatro chino sugl
indici del dubbio, erano il fiore improvviso dei sentieri
in una liberazione inesausta del corpo quando si misura.
tu credi che non abbia alcuna pena nel cuore
che la mia vita sia stata
un piluccare gli acini del desiderio
7
e non vedi che il mio cuore è una bandiera
che tutta la notte veglia sopra la schiera
di un chicco

 



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