Foto di Carmine Petruccelli |
Triglie e pesci soffocati nella notte sotto il mare
Loro non sanno
Né io so.
L’amarezza del mondo, questo enorme Tribunale, sta tutta qui.
Condanna e pena senza capo d’imputazione
La tua coscienza freme, brucia.
Io non andrò mai all’inferno, perché ci son già stato qui.
E’ un posto freddo, dentro il petto, dove nevica ghiaccio e c’è il filo spinato.
Si aspetta il proprio turno, senza sapere quando.
Si cena poco e presto
Si dorme su un asse di legno
C’è anche umidità e qualcuno che russa.
I vetri sono appannati e non si vede fuori.
E dentro è buio.
Sempre buio.
C’è una lampadina sul soffitto, ma è bruciata o spenta.
La tengono spenta, perché tu non veda.
Perché tu non li veda.
Loro non sanno che tu sai già.
Che ti sei semplicemente arreso.
Cerco di coprirmi col nulla e rimango qui rannicchiato sull’asse.
Steso.
(Si dorme, non si dorma)..
Scritta di getto, Gerardo Pozzi.
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