martedì 22 dicembre 2015

Ermete














1
somiglia  a me
eppure è un altro il poeta
purché dissipi la notte alle taverne
del tempo, e non possa 
pentirsi.

il viandande che paga - l'inverno
sopra a un campo__ di 
__fuochi di lotta.

dissi al maestro, ignoro
il colore dei miei occhi >>
Sabbie ed acque passarono fino ad issare
qui un ponte, sul mio petto
- per fare il detto .
ma non conosco la lingua dello specchio.
solo unocarina fra le mani gentile,
prestami una chitarra, non suonerò
che per una bizza segreta,
per un abuso del cuore, prestami 
la tua
chitarra!

2
la notte
non so dove abbia famiglia
il mio cuore  né dove la
parola diamante
si impoverisca talmente da diventar
ricca come il melograno
lì vidi il mio cuore uno
scricciolo impazzito. 

con me
tristezza, a una ripa  
di polvere - la tristezza
è una  tavolozza di
solo celeste. forse  
miei occhi saranno
tristi o forse verde è la gioia,
piccola goccia di luce -        finalmente
le mani libere dalle catene riscosse
per il mondo, mi pagarono 
per
esporle

anche per questo dicesti
poeta;

3
somiglia a me
eppure è un altro
il poeta,

perché agitai la notte con il soffio del canto
e nella gola gocciolò il miele
di mille rose mai colte
per essere perse nelle ombre, e io
con esse, e la preziosa catena, celando 
lalfabeto degli astri.










1 commento:

  1. lo straniamento del poeta...
    esserci e non essere, e viceversa.
    un abbraccio

    RispondiElimina

I COMMENTI SONO IN MODERAZIONE.
SARANNO PUBBLICATI SOLO DOPO MIA LETTURA.
GRAZIE, ELIA